Saggistica Samguk Yusa삼국유사

Ilyeon   |   일연

본문

  • Titolo
    Samguk Yusa
  • Autore
    Ilyeon
  • Traduttore
    Maurizio Riotto
  • Casa Editrice
    Carocci Editore
  • Anno di pubblicazione
    2020
  • Genere
    Saggistica
Completato intorno al 1280, il Samguk yusa, qui nella sua prima traduzione italiana condotta direttamente sull'edizione del 1512, la più antica arrivataci per intero, è una delle principali fonti per lo studio della Corea antica, con particolare riguardo alla storia dei Tre regni (I secolo a.C.-935). Opera di estremo eclettismo, affianca volentieri agli episodi storici miti, leggende e poesie, sì da risultare alla fine insostituibile strumento di consultazione per gli studiosi del Buddhismo, della letteratura e della cultura non solo della Corea, ma di tutto l’Estremo Oriente. È attribuito al maestro buddhista coreano Iryon (1206-1289), una delle maggiori personalità religiose della Corea medievale, nominato “precettore nazionale” nel 1283. Fra le sue numerose opere, il Samguk yusa è probabilmente l’unica a carattere propriamente storico.

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Bombelli님의 댓글

mariob 작성일

Scritto dal monaco buddhista Iryŏn (1206-1289) durante la dinastia Koryŏ, in un periodo in cui la Corea cercava di consolidare la propria identità culturale e spirituale dopo le invasioni mongole. Iryŏn, uomo di profonda formazione religiosa e storica, raccolse antiche leggende, miti, racconti popolari e cronache riguardanti i tre regni coreani di Koguryeo, Paekje e Silla, oltre a episodi delle prime epoche della penisola.
Di più, sottolineiamo la preziosa ‘Premessa’ di Maurizio Riotto in questa versione italiana: “Iryŏn è un coreano di quasi ottocento anni fa che scrive in cinese e parla a sua volta di cose più vecchie di lui di secoli che talora, per sua stessa ammissione, egli neppure conosce o conosce in modo molto superficiale” (p. 53).
Ciò non impedisce di considerare, al contrario rende ancor più affascinante, il SAMSUK YUSA una delle opere più preziose della cultura coreana, perché: conserva tradizioni orali e miti che diversamente sarebbero andati perduti; è una testimonianza unica della cultura medievale coreana e della sua capacità di convivere tra sciamanesimo, buddhismo e confucianesimo, proprio perché si trova a rappresentare uno spaccato storico particolare e fecondo della cultura e della storia della Corea. Ancora oggi continua a ispirare letteratura, arte e rappresentazione cinematografica attingendo all’immaginazione iperbolica che l’Autore utilizza nella presentazione di miracoli, intrighi di corte, imprese militari e costruzioni di templi per l’edificazione e il bene del popolo.
Di grande interesse la lunga presentazione che questa edizione italiana compie (pp. 7-50) di tutta la strumentazione necessaria per comprendere la lingua, la cultura, la storiografia del periodo trattato. Non da ultimo, per gli studiosi e per gli appassionati, da p. 637 la trascrizione del testo cinese; ugualmente la bibliografia selezionata e accurata con specifico riferimento all’Opera.