Romanzi La guardia, il poeta e l'investigatore별을 스치는 바람

Lee Jung-myung   |   이정명

본문

  • Titolo
    La guardia, il poeta e l'investigatore
  • Autore
    Lee Jung-myung
  • Traduttore
    Benedetta Merlini
  • Casa Editrice
    Sellerio
  • Anno di pubblicazione
    2016
  • Genere
    Romanzi
Nel 1944 la Corea è sotto l’occupazione giapponese, e nella prigione di Fukuoka non si permette ai detenuti coreani di usare la propria lingua. Un uomo, una guardia carceraria, viene trovato brutalmente assassinato, e un giovane collega dall’animo sensibile e letterario viene incaricato di condurre l’indagine e trovare il colpevole. La vittima era temuta e odiata per la sua brutalità, ma quando l’improvvisato investigatore avvia la sua inchiesta interrogando custodi e detenuti, ricostruendo poco a poco i movimenti degli ultimi mesi, un diverso e sorprendente scenario si impone alla sua attenzione. Dall’inchiesta sull’uomo emerge il passato di un povero analfabeta orfano dei genitori, il faticoso riscatto attraverso il lavoro, la carriera nella prigione, la scoperta di una passione inaspettata, il ruolo di «censore» con l’incarico di controllare la corrispondenza in entrata e in uscita dal carcere. E soprattutto il legame con un detenuto particolare, un famoso poeta coreano, autore di scritti sovversivi. E proprio attorno al poeta ruota l’intera vicenda: nel corso dei suoi interrogatori il giovane si trova a parlare sempre di più con il prigioniero e, come prima di lui la guardia assassinata, a immergersi in un dialogo fatto di letteratura, d’arte, di libertà. Si scopre a desiderare la bellezza dei suoi versi clandestini, a subire il potere eccitante e al tempo stesso rasserenante della parola poetica. Calibrando suspense e ricostruzione storica, dolore e dolcezza, il romanzo dipinge un universo di contrasti: le condizioni dei detenuti obbligati ad abolire il proprio nome, la costante violenza fisica e psicologica alla quale sono sottomessi, il raggio di luce dei poemi del poeta realmente esistito Yun Dong-ju le cui parole diventano merce di contrabbando, balsamo di speranza, sfida provocatoria e coraggiosa alla crudeltà degli esseri umani.

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Molinari님의 댓글

Cecilia 작성일

Non posso nascondere che leggendo "La guardia, il poeta e l'investigatore" ho pianto (più di una volta). Nella vita faccio l’artista e fin dalle prime pagine ho sentito un legame profondo con questo romanzo e con la forza della parola e della poesia che lo attraversa. Sapere che ai detenuti coreani non fosse permesso usare la loro lingua mi ha molto colpito; per loro dunque ogni parola coreana scritta, letta o anche solo pensata diventa un atto di resistenza, un gesto di liberazione interiore. La poesia riafferma la loro identità, ma allo stesso tempo permette anche un dialogo inatteso con il diverso, trasformandosi in ponte tra persone, culture e destini apparentemente opposti.
Sono una grande ammiratrice di Lee Jung-myung (anche il suo “Buio in sala” mi ha decisamente conquistato!) che si riconferma uno scrittore dalla straordinaria capacità di unire rigore storico e delicata sensibilità. Questo suo romanzo fa riflettere, emozionare e, soprattutto, celebra il potere della parola come strumento di incontro e liberazione.