Romanzi Il minimarket della signora Yeom불편한 편의점

Kim Ho-Yeon   |   김호연

본문

  • Titolo
    Il minimarket della signora Yeom
  • Autore
    Kim Ho-Yeon
  • Traduttore
    Claudia Soddu
  • Casa Editrice
    Salani
  • Anno di pubblicazione
    2024
  • Genere
    Romanzi
Dokko vive nella stazione centrale di Seoul. Non ricorda se un tempo avesse un lavoro, una casa, una famiglia. Non sa più niente di sé, sa solo che berrebbe volentieri un bicchierino di soju. Quando trova per terra una pochette rosa contenente dei documenti e un portafogli, non può immaginare che la sua vita sta per cambiare direzione. Probabilmente la signora Yeom, un’insegnante di storia in pensione, ha perso la sua borsetta quando si è addormentata in attesa del treno. Ma grazie al buon Dio che sempre la protegge, poco dopo essersi accorta dell’inconveniente riceve una chiamata da un telefono pubblico. Un uomo con la voce di ‘un orso appena uscito dal letargo’ la informa di aver ritrovato le sue cose. Gli è così grata che decide di portare Dokko fino al suo minimarket per offrirgli qualcosa da mangiare, e lo invita a tornare ogni volta che avrà fame. Giorno dopo giorno la signora si rende conto che sotto la barba sporca e i vestiti logori del senzatetto è nascosta una persona affidabile e piena di risorse, perciò gli propone di lavorare nel suo negozio durante il turno di notte. È l’inizio di un nuovo percorso non soltanto per lui, ma per molti abitanti del quartiere che avrà occasione di incontrare. La decisione più coraggiosa che possiamo prendere è quella di essere aperti agli altri, di dar loro fiducia. C’è questa consapevolezza al centro della scrittura di Kim Ho-Yeon, che con ironia e sensibilità ci ricorda che certe volte la soluzione a problemi apparentemente insolubili può essere più vicina di quanto crediamo.

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Trombin님의 댓글

Enrico79 작성일

Il racconto delle storie dei dipendenti e dei clienti del minimarket approfondisce molto le difficoltà legate a vite non sempre facili, piene di sfide e difficoltà, in cui l’unico fine sembra quello di condurre un’esistenza apparentemente dignitosa, non importa se e quanto felice. Queste vite così complesse e fragili sembrano tuttavia essere in attesa di qualcosa che ne migliori l’essenza stessa. Ma non qualcosa legato alla dominante apparenza o all’agognata serenità finanziaria, ma connesso ad un elemento sociale più profondo e viscerale: l’apertura e l’ascolto dati da una persona, un proprio simile che affronta gli stessi drammi quotidiani e ne condivide le difficoltà e le ansie, fosse anche dalla persona più umile e considerata meno rilevante. Perché quando l’apparenza lascia il posto all’essenza dell’essere umano, esce chi siamo veramente, non chi appariamo o vogliamo sembrare di essere.
La storia del protagonista Dokko in particolare mi ha molto commosso perché per me è sintomatica del fatto che nella vita possa capitare di commettere errori, di smarrirsi, di rimanere soli, di perdersi in maniera apparentemente definitiva…ma che alla fine un’azione buona chiama un’altra azione buona. Ed il gesto di ascolto e di aiuto di una persona, generi e moltiplichi la generosità e l’altruismo altrui, facendo sì che il buono delle persone esca sempre e vinca su tutto il resto. A volte basta rallentare, attendere, ascoltare, donare un sorriso, un po’ di compagnia durante un pasto anche a chi è lontano e sembra indifferente. Ed ecco che col giusto tempo emerge sempre il vero lato positivo nascosto dentro ciascuno di noi. Perché spesso l’apparenza non coincide con la sostanza più intrinseca. Quest’ultima si nasconde in fondo a noi e talvolta può bastare un “taglio di barba e una maglietta pulita” per farla emergere, altre volte necessita di un “toshirak gourmet” accompagnato da po’ di compagnia, una confidenza ed una parola di supporto. Il nostro lato più intimo ed autentico può essere nascosto e sopraffatto dalla vita di tutti i giorni, dalla frenesia del lavoro, degli impegni, dalla tensione all’avere successo, dal potersi permettere qualcosa di superfluo da esibire…fino al punto di rottura in cui ci si accorge che quello non è vivere ma sopravvivere, non è fruire appieno del dono straordinario della vita ma semplicemente apparire felici e superficialmente realizzati. E allora l’unica vera conquista è ritrovare intimamente una dimensione umana, famigliare, autentica e contrastante col 빨리 빨리 delle metropoli e più a misura d’uomo, di famiglia, di affetti ed amicizie. Una dimensione che consenta di ritrovare gli equilibri e la più interna serenità individuale che ci consenta di ripartire, di donare e vivere serenamente con se e con gli altri ogni fase della nostra vita. Ed è quando fai del bene e ne vedi sugli altri le trasformanti conseguenze che ti accorgi che veramente puoi dire di aver vissuto e contributo a far ritrovare la via e la vita a chi l’aveva temporaneamente smarrita per un contesto competitivo che nelle sue estremizzanti conseguenze tende a materializzare e monetizzare i desideri, arrivando talvolta a relegare l’umana solidarietà ad un superfluo contorno.