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Baek Seungyeon   |   백승연

본문

  • Titolo
    C'è una lettera per te
  • Autore
    Baek Seungyeon
  • Traduttore
    Althea Volpe
  • Casa Editrice
    Garzanti
  • Anno di pubblicazione
    2025
  • Genere
    Romanzi
Chi spedisce una lettera è una persona coraggiosa. Il gesto, quasi dimenticato, di scegliere le parole e scriverle a mano nasce dal desiderio di aprire il proprio cuore a qualcuno. La giovane Hyoyoung conosce bene questa magia. Perciò ha deciso di creare un angolo, nella sua cartoleria nascosta tra filari di alberi, in cui lasciare una scrivania, carta e penna, e una cassetta della posta un po’ speciale. C’è una sola regola per chi vuole servirsene: non scrivere il nome del destinatario, imbucare la propria lettera e andarsene con un’altra pescata a caso. Può sembrare strano, ma Hyoyoung sa che la storia di uno sconosciuto può essere la risposta che cerchiamo da tempo. Può dare la forza di inseguire un sogno, come nel caso del giovane impiegato Minjae; o essere lo stimolo per non rimandare una vacanza a lungo vagheggiata, come per Euna; o l’occasione di dire arrivederci a una persona amata, come per Woncheol; o, ancora, l’ispirazione che un artista come Yeonggwang cercava da tempo. L’inchiostro e le parole sono gli strumenti con cui Hyoyoung restituisce serenità ai suoi clienti. Ma forse è arrivato anche per lei il momento di rompere gli indugi e mandare un biglietto alla sorella, con cui non parla da anni. Perché, anche quando non ci si aspetta alcuna risposta, c’è sempre una lettera ad attenderci.
Ispirato a una vera cartoleria di Seoul, il romanzo di Seungyeon Baek ha conquistato gli editori di tutto il mondo e i lettori della Corea del Sud, dove è arrivato subito in cima alle classifiche dei libri più venduti. Una storia che invita a far rivivere un rito antico, come scrivere a mano, e trasmette il messaggio di non arrendersi mai e avere sempre la forza di esprimere i propri sentimenti.

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Piana님의 댓글

FrancescaPiana 작성일

“Le piaceva sentire il movimento della penna stilografica, l’odore dell’inchiostro che si asciuga e quello delle mine delle matite. Aveva anche notato come ogni persona avesse un modo diverso di aprire le buste e di leggere una lettera: alcuni mormoravano le parole con le labbra, altri le assaporavano nella mente. Guardando attraverso la lente d’ingrandimento della bottega, Hyoyoung percepiva la vita con una grande varietà di sfumature.”

La Bottega delle Lettere di Yeonhui dove lavora Hyoyoung, la protagonista del romanzo d'esordio della coreana Seungyeon Baek, è molto di più di un negozio che vende carta da lettere. Il proprietario Seonho l’ha aperta per diffondere la cultura della scrittura delle lettere perché il mondo è pieno di storie e la gente ama raccontare la propria storia. Dice: “Volevo aprire un posto dove ascoltare le storie degli altri… Conoscere le storie degli altri mi è sempre sembrato un buon modo per riflettere anche su me stesso. È questo il senso della Bottega.”

Un rifugio intimo lontano dal caos della città, un mondo a parte secondo la percezione di Hyoyoung, che era compagna di università di Seonho e, abbandonato il sogno di diventare regista, si era rifugiata a Seoul dove Seonho le aveva dato l’opportunità di crearsi una nuova vita offrendole il lavoro che l’aveva fatta sentire a proprio agio. Dentro la Bottega, ispirata a una vera cartoleria di Seoul, il ritmo calmo, la bellezza dei piccoli gesti, la cura dei dettagli, la possibilità di mettere a nudo le emozioni senza filtri. Fuori, la natura e il mutare delle stagioni, i colori, i rumori e i sapori del quartiere di Yeonhui. Bellissima la descrizione del pane del fornaio: “…è il pane alla salsiccia, quello al caffè, quello con farina di mais, quello al latte, i muffin al cioccolato, quello dolce ai fagioli rossi, quello croccante alla crema di patate, il donut intrecciato, il pane alla pizza…”

Nella Bottega delle Lettere, Geurwol, il nome coreano onorifico per indicare le lettere, Seonho ha ideato un servizio unico: “Amici di penna”, un angolo dedicato all’ascolto e alla condivisione dove riscoprire come scrivere a mano, un gesto quasi dimenticato, e scegliere con cura le parole. Ma soprattutto uno spazio dove poter parlare di sé anche per chi ha difficoltà ad aprire il proprio cuore poiché “non c’è mai spazio per i nostri sentimenti.” Ci sono una scrivania, carta da lettere e penna per chi vuole scrivere e una cassetta della posta speciale dove le lettere vengono scambiate in modo anonimo. Si scrive una lettera senza indicare il nome del destinatario e si legge a propria volta la lettera di uno sconosciuto scelta a caso tra quelle depositate. Si ricevono e si inviano risposte senza conoscere l’identità della persona con cui si comunica. La bottega svolge il ruolo di postino. Su ogni busta il mittente disegna un simbolo su un adesivo che funge da francobollo e tra una serie di aggettivi ne cerchia alcuni fornendo in questo modo qualche indicazione sulla sua personalità. “Allegro, rilassato, intelligente, tormentato, amante della lettura, in cerca di bellezza, socievole, noioso, capace di bere tre caffè al giorno, pigro, nostalgico, spiritoso, ben organizzato, pessimista”. Ogni lettera è un frammento di vita. Si legge: “La lettera è breve ma dimostra quanto abbia guardato dentro di sé e riflettuto sui suoi sentimenti.” E ancora: “Mi ha colpito ricevere la tua lettera scritta a mano piuttosto che una e-mail. E mi sono reso conto che è raro ricevere in forma tangibile la cura che qualcuno ha per noi.” A volte proprio la storia di uno sconosciuto può essere la risposta che si cerca da tempo.

“C’è una lettera per te” è un romanzo accogliente e profondo. Un racconto di grande delicatezza dove tutto è accennato, né troppo né troppo poco. Sono storie di persone che si sfiorano nella bottega. Vorrei utilizzare il servizio “Amici di penna”, dicono i personaggi che entrano, Minjae, Euna;Woncheol, Yeonggwang, appena suggeriti. Quello che conta è l’atmosfera, calma e intima. È una Corea gentile quella che si incontra, dove il rispetto e l’ascolto sono valori essenziali come l’empatia nelle relazioni interpersonali. Si viaggia dentro la bottega e dentro se stessi.

Sullo sfondo l’altra anima della Corea, più competitiva, che emerge dalla storia della protagonista Hyoyoung e della sorella maggiore Hoymin. “Com’era possibile che una persona studiosa, laureata alla Seoul National University, sempre la prima della classe, ritenuta la più intelligente, cresciuta come fosse il pilastro della famiglia, fosse stata truffata…che avesse consegnato a un conoscente tutti i soldi della famiglia allo scopo di fondare insieme un’accademia? Solo perché Hyomin era sempre la prima della classe, allora era immune al fallimento?”, s’interroga Hyoyoung e della sorella che era poi scomparsa dice: “Era assurdo che un’adulta sulla trentina fosse fuggita in modo così irresponsabile mollando in asso la famiglia”. Hyoyoung aveva dovuto rinunciare a girare il suo film per accudire la madre che era caduta ed era in ospedale… Era stato in quel periodo che erano cominciate ad arrivare a casa le lettere della sorella, sempre indirizzate a Hyoyoung. Ma lei non le leggeva, anzi non le apriva neanche. Eppure la sorella continuava a inviare lettere che non ricevevano risposta. Alla fine, quando arriva l’aria gelida dell’inverno, anche per Hyoyoung arriva il momento di scrivere una lettera alla sorella con cui non parla da anni. La materia della vita è potente e delicata quando diventa parola scritta.